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Se mai le opere d'arte devono essere spiegate, come possono esserlo a parole? Heinrich Wölfflin, uno dei più grandi studiosi d'arte moderni, prova a rispondere a questo interrogativo muovendo dall'assunto che così come si impara una lingua straniera, con i suoi vocaboli e la sua grammatica, occorre imparare a vedere e giudicare ogni stile secondo le sue strutture di senso e non secondo un canone particolare. Lo spettatore deve quindi avere l'opportuno "atteggiamento", per non rischiare di sovrimporre alle opere concetti e categorie estranee ed estrinseche. Uscito in origine nel 1921 per la collana "Biblioteca di Storia dell'Arte", questo testo ebbe grande risonanza e l'autore decise di ripubblicarlo nel 1940 con l'aggiunta di un poscritto, incluso nella presente edizione. Introdotto da Andrea Pinotti, "Capire l'opera d'arte" è un libro stimolante e formativo, che rappresenta un'efficace epitome del pensiero wölffliniano nei suoi lineamenti basilari.